Venerdì 27 e sabato 28 luglio u.s. ho partecipato alle commemorazioni per l’80° anniversario della riapertura della Grande Galleria Ferroviaria dell’Appennino San Benedetto val di Sambro-Vernio, esperienza profondamente toccante ed opportunità di riflessione. Ho voluto essere presente per ribadire il forte legame tra Italia e Sudafrica, ma ciò che ho trovato è stato un racconto complesso di orgoglio, passione e amarezza.
Un Inizio Significativo
Venerdì 27 nella frazione Stanco di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, davanti al monumento ai caduti sud africani della seconda guerra mondiale, ho assistito alla deposizione di una corona da parte del veterano Andrew Bergman. Nel suo gesto silenzioso e solenne ho colto la pura essenza del ricordo: un tributo personale, umano, che trascende ogni cerimonia.
La Forza della Memoria Collettiva
La giornata di sabato ha poi confermato la potenza di questa memoria collettiva. Ho potuto constatare di persona il calore con cui i cittadini dell’Appennino e le associazioni hanno vissuto l’evento: affetto sincero con cui hanno accolto i rappresentanti sudafricani, come il Colonnello ambasciatrice Alleta Mankayi, e ho apprezzato la tenacia degli organizzatori impegnati da diversi, oltre al supporto concreto del Comune di San Benedetto Val di Sambro.
In questo contesto, desidero sottolineare il lodevole impegno della consigliera di minoranza di Fratelli d’Italia, M. Baratta. Il suo accompagnamento personale al veterano Andrew Bergman e a sua moglie nei luoghi della memoria, al suggestivo borgo La Scola e al particolare Castello della Rocchetta Mattei, ha rappresentato un gesto di grande sensibilità e dedizione. Questo atto di cortesia e profonda attenzione ha arricchito significativamente l’esperienza dei nostri ospiti, mostrando un volto autentico e premuroso del territorio e rafforzando il legame umano al di là dei protocolli ufficiali.
Contrasti e Occasioni Mancate
Tuttavia, da uomo delle istituzioni, non posso nascondere il profondo rammarico provato nell’osservare un marcato contrasto: da un lato, una comunità vibrante e ospiti internazionali giunti per onorare la nostra storia comune, dall’altro, un vuoto quasi totale da parte delle altre amministrazioni locali lungo l’asse Prato-Bologna. Una mancanza di riguardo e grave occasione mancata per l’intero territorio, che ha perso l’opportunità di presentarsi unito e di valorizzare il proprio patrimonio di fronte al mondo.
Segnali Positivi da Roma e Bologna
In questo contesto, ho accolto con particolare favore i segnali di attenzione giunti da Roma e da Bologna. I messaggi ufficiali della Sottosegretaria alla Cultura, la Senatrice Lucia Borgonzoni, e della Presidenza della Regione Emilia-Romagna hanno avuto, a mio avviso, un’importanza cruciale. Hanno dimostrato che, ai livelli più alti, la sensibilità per la nostra storia e per le relazioni internazionali è viva, di fronte a una deludente indifferenza locale.
Bilancio Finale: Memoria e Futuro dell’Appennino
Tornando da questo intenso fine settimana, il mio bilancio è duplice. Porto con me l’orgoglio per una commemorazione riuscita, che ha celebrato degnamente il sacrificio dei soldati sudafricani e ha rinsaldato una preziosa amicizia tra i nostri popoli ma con la chiara consapevolezza che la più grande sfida per il rilancio dell’Appennino tosco-emiliano sia proprio questa ferita aperta, questa distanza tra la società civile e una parte della sua classe dirigente. La mia speranza è che occasioni come questa possano scuotere le coscienze e spingere a una maggiore assunzione di responsabilità, perché un territorio senza memoria è un territorio senza futuro.











